Il trionfo di Star Wars: Il risveglio della Forza, che ormai batte record su record, non ha fatto altro che confermare il successo della saga creata nel 1977 da un giovane regista alle prime armi. Fa strano in effetti pensare che una delle serie più famose della storia del cinema sia frutto della mente di un singolo uomo, quelGeorge Lucas che anche se ora si è fatto da parte è da reputare sempre e comunque come l’unico inventore di Guerre Stellari. E se lo spunto per la sua trovata, ormai avvenuta quasi quarant’anni fa, fosse stata una visita a una comunità futuristica in Arizona creata da un architetto italiano?
Per spiegarlo, bisogna fare un passo indietro: Paolo Soleri è stato un artista italiano apprezzato in tutto il mondo, purtroppo non molto conosciuto fra chi non si intenda di architettura. Nato a Torino nel 1919, Soleri negli anni cinquanta studiò negli Stati Uniti dove conobbe Frank Lloyd Wright, ritenuto una delle figure di spicco dell’architettura moderna.
Tornato in Italia, fece in tempo a progettare il palazzo Solimene a Vietri sul Mare, per poi ripartire per l’America dove si stabilì in Arizona. Lì, vicino al deserto di Sonora, diede il via nel 1970 al suo più grande progetto: la città di Arcosanti. Un villaggio ecosostenibile che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto ospitare 5mila persone e nel quale ha lavorato e vissuto fino alla sua morte nel 2013.
Oggi, ad Arcosanti, vivono circa cento persone stabilmente ed è visitato annualmente da almeno 50mila turisti. Fra questi anche George Lucas che nei primi anni settanta fece tappa ad Arcosanti e si dice ebbe l’intuizione per dare forma a ben due pianeti della galassia di Star Wars: quello degli Ewok, dove avviene la battaglia cruciale al centro di Star Wars VI: Il ritorno dello Jedi e soprattutto per Tatooine, luogo di nascita di Anakin e Luke Skywalker, visto nel primo film della saga e nella seconda trilogia iniziata nel 1999. Per il primo, Lucas prese spunto dalle casupole con finestre rotonde unite fra loro da piccole stradine, create da Soleri come abitazioni per i pionieri di Arcosanti, per il secondo si ispirò agliedifici sferici e illuminati al centro degli incontri dei cittadini del villaggio dell’Arizona. D’altronde l’idea utopistica dell’architetto italiano, che a differenza di altre teorie simili è comunque riuscita a venire alla luce, ben si presta all’immaginario sci-fi di Lucas e altri registi che nel tempo si sono fatti influenzare da Arcosanti.
Proprio in questa città, che dista circa cento chilometri daPhoenix, Soleri ha messo in atto i suoi studi sull’arcologia, come lui stesso aveva definito il mix di architettura ed ecologia al centro dei suoi lavori. Fino a oggi solo il 5% del progetto dell’italiano è stato messo in atto, ma gli abitanti della comunità continuano a seguire i suoi insegnamenti e a costruire gli edifici da lui pensati con una dedizione totale: in parte dipendono ancora per l’energia e il cibo da approvvigionamenti esterni, ma sono convinti di poter arrivare a una completa autosufficienza sempre nel rispetto dell’ambiente fra pochi anni.
Workshop di agricoltura, design e altro sono organizzati ogni giorno nelle sale di Arcosanti e a questi possono prendere parte anche i turisti. Definito in passato come una megacity in stile Maya, il sogno di un architetto italiano continua a vivere nel deserto dell’Arizona e anche se non sappiamo ancora se resterà solo un’utopia possiamo vedere cosa potrebbe essere una volta finito nei film di Star Wars, ma probabilmente non era questo l’obiettivo di Soleri.
Fonte: www.wired.it
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