Venezia, la città sull’acqua, la città dei romantici, le luci che si riflettono sul Canal Grande, il campanile di Piazza San Marco. Questi sono gli stereotipi che di primo acchitto pronuncia chi Venezia la conosce davvero poco. Qualcuno dice che Venezia puzza. Altri che “tanto è tutto nello stesso stile architettonico, con influssi orientali“. Io invece credo che Venezia sia una città straordinaria, unica nel suo genere, geniale e mutevole. Chiunque di noi che sia andato a Venezia più di una volta, potrà facilmente ammettere che non ha mai fatto la stessa strada per tornare alla stazione ferroviaria. Ogni voltà Venezia cambia e ti presenta un percorso nuovo, un campiello inesplorato, un pozzo mai visto.
Fondamentale avere una cartina della città: impossessatevene subito al vostro arrivo. Perchè? Semplice. Perchè è assolutamente vietato seguire i cartelli gialli con le scritte San Marco, Rialto, Accademia. Sono i percorsi che fanno tutti i chiassosi turisti della domenica, i gruppi organizzati, e sulle cui strade sorgono i peggiori negozi con oggetti kitsch e inguardabili. Da evitare. Siccome noi non siamo turisti, ma viaggiatori, vogliamo percorrere le strade dei veneziani, passare vicino alle loro abitazioni, nei quartieri residenziali. Vogliamo mangiare le loro pietanze (i cicchetti con un bicchiere di vino, per esempio) evitando le pizze fredde e stantie dei tanti ristoranti pseudo-etnici. Ecco che quindi una mappa diventa fondamentale per orientarsi, per evitare di finire nel labirinto delle calli, delle strade senza uscita oppure delle strade che finiscono in un canale.
Esistono luoghi a Venezia assolutamente fuori dall’ordinario. Un esempio è la libreria Acqua Alta (ne abbiamo parlato in questo articolo), nel sestiere di Castello, vicino alla chiesa dei Santi Giovanni e Paolo. Oppure Cà Pesaro, sede del vibrante museo d’arte moderna, a San Polo. Ognuno di noi che ha visitato Venezia con la scuola pensa che Venezia stessa finisca a San Marco: nessun pensiero è più terribile. Al di là della famosa (e comunque bellissima piazza) esiste un mondo nuovo, fatto di giardini monumentali (quelli della Biennale), del verde e tranquillo sestiere di Sant’Elena, delle Fondamenta Nuove, osservando una Murano quasi assopita in lontananza.
La zona dell’Accademia è quella più frizzante: giovani studenti di Belle Arti affollano i campi e le calli con il loro passeggiare tra un’aula studio e un’altra, il museo con la collezione Peggy Guggenheim (una mia conoscenza la definisce “un bel giardinetto con un bel dehor“, ndr) è una meta da non mancare per nulla al mondo. Così come il Mercato del Pesce al minuto, sempre a San Polo, magari un sabato mattina, orario di pranzo, per gustarsi un frittino di pesce appena pescato con un bicchiere di vino bianco frizzante.
Venezia stupisce ancora, e stupisce sempre. Non bisogna fermarsi alle apparenze, alle guide turistiche o alle gite scolastiche. Bisogna andare oltre, con lo spirito vero del viaggio e del viaggiatore, cercando di capire cosa vuol dire abitare a Venezia, vivendo Venezia nella sua quotidianità, semplice ma al tempo stesso ammaliante. Vi accorgerete che Venezia non puzza, ma profuma. Profuma di vita.
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